"Luigi, Aldo e Paolo Lubrano" - Dal 1899 con i libri, tra i libri e per i libri! 

               Tra passato e presente nella storia della Biblioteconomia oltre il tempo.

 

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Tutte le immagini e i testi presenti nel sito riguardanti cataloghi e parte di essi, od opere prodotte e/o pubbicate da Luigi Lubrano, Aldo Lubrano, Lubrano e Ferrara

sono di proprietà di Paolo Lubrano unico erede in discendenza diretta dell'autore/editore.

IL BLOG PERSONALE  DI PAOLO LUBRANO


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IL BOLLETTINO DEL BIBLIOFILO


NOTIZIE INDICI ILLUSTRAZIONI DI LIBRI A STAMPA E MANOSCRITTI

PUBBLICAZIONE MENSILE DIRETTA DA


ALFONSO MIOLA

VOLUME PRIMO

MCMXVIII - MCMXIX

"pagina 241 - estratto da"

La bibliografia ed i Cataloghi librari.


    La mia esperienza commerciale di 20 anni mi ha appreso che i cataloghi librarii sono apprezzati bibliograficamente dai soli librai.  Pochissimi sono quegli studiosi che danno importanza ad un catalogo qualsiasi, e la maggior parte - tra i più eruditi specialmente - mandano continuamente al macero l'infinità di cataloghi pervenuti dalle varie parti del mondo, moltissimi di essi senza averli neanche letti.

    Poiché sembrami un errore profondo un simile procedimento da parte degli studiosi, notato in particolar modo nel mezzogiorno d'Italia, ho creduto di farne materia di articolo per la presente Rivista. 

    È troppo noto alla generalità che i cataloghi libraii sono redatti, prima di ogni cosa, con la maggiore o minore capacità tecnica del compilatore, ed, in ogni caso, ad uso e consumo della propria clientela. Così, salvo pochissime eccezioni di cataloghi speciali o di cataloghi di librai di primo ordine, che li fanno pagare anziché darli gratuitamente, tutto il resto è destinato alla distruzione.

    Qualunque catalogo si legga della minore o maggiore importanza che ne sia il compilatore, si troverà sempre un accenno a qualche cosa, a qualche materia, persona, o fatto di cui la generalità delle persone non sa rendersi ragione… ma il compilatore sapeva il fatto suo e con quella noticina è riuscito a vendere quell'opuscolo o libro che altrimenti non avrebbe venduto, se non altro a quel prezzo!


    Ancora è troppo generalizzata l'idea che i libri migliori, a prezzo vantaggioso, sono quelli che prima si vendono, ed è quindi inutile richiedere o leggere un catalogo dopo anche un mese solo dalla sua pubblicazione.

    È così che i librai, per soddisfare la propria clientela col maggiore vantaggio personale, pubblicano continuamente cataloghi, e molti di essi non sono che la ripetizione degli stessi libri, con prezzi uguali o magari ribassati. Alcuni librai più esperti, nel ripetere la pubblicazione dello stesso libro, ne alterano il prezzo, e danno così l'impressione di un altro esemplare.


    Ma oggi che la pubblicazione continua di tali cataloghi importa una spesa enorme, ed i minori librai vedonsi nella impossibilità di continuare in un simile sistema, occorre si sfati un po' la leggenda che il catalogo librario è una pubblicazione puramente momentanea, come un catalogo di moda, di ferramenta o di cartoline illustrate! E che sono inutili per il riscontro dei prezzi, appunto perché redatti ad uso e consumo della propria clientela!

    Il catalogo librario antiquario, sia della maggiore o minore importanza, sia redatto bene o male, è e resterà sempre un contributo di bibliografia, ed il più grande errore da parte degli studiosi è non tenerne il giusto conto, peggio ancora buttarlo via forse senza leggerlo.

    Sopra ogni cosa occorre pensare che la bibliografia non è la conoscenza del valore del libro, cosa assurda di tutti i tempi, perché il prezzo è stabilito dal mercato momentaneo e dalla quantità delle richieste per lo stesso libro che ne rialza o ribassa il prezzo.


    In Francia, in Inghilterra sono stabilite delle Case di vendita all'asta per libri antichi, con bollettini dei risultati, pubblicati mensilmente, ed essendo una istituzione antichissima ed onesta, viene a formare la vera base delle richieste e del valore dei libri, cui si attengono senza tema di errare i compratori ed i librai.

    Ma qui in Italia la vendita all'asta, come sistema, e fatte in quella maniera onesta da stabilire un vero prezzario, non esiste ancora, ed ecco che i privati si attengono ai cataloghi dei librai più importanti e per questa sola ed unica ragione molte volte conservano cataloghi lussuosi, non tenendo in alcun conto tutti gli altri.

    Invece, ripeto, il catalogo librario non deve essere conservato per il prezzario, ma per le notizie dei libri che esso contiene. 

    Come si spiega che si vende ad un vecchio cliente un libro, dopo averlo messo in catalogo forse dieci volte e che forzosamente questo stesso cliente ha dovuto leggere prima di quel giorno in cui l'ha richiesto? Il più strano ancora è vederselo richiedere con interesse e se non lo riceve se ne dispiace e scrive a mille altri per ottenerlo!! - È facile: perché in quel giorno in cui gli è venuto sott'occhio quel libro, elencato per la decima volta, questo cliente faceva uno studio per cui quella libro gli era utilissimo.


    Io personalmente potrei citare dei casi infiniti di disgusto del pubblico verso i cataloghi minori, obbligando addirittura il piccolo commerciante a pubblicare dei cataloghi lussuosi per avere l'onore di essere letto. 

    Sembra quasi una vergogna, per una bibliofilo erudito, ed una cosa inutile per uno studioso, conservare dei cataloghi redatti male e da cui abitualmente si cerca il libro "per l'affare".

    Invece ogni notizia, ogni nome può interessare uno studioso e se oggi un libro è utile domani può essere utilissimo. - Perché non fare addirittura una campagna a favore dei librai che non pubblichino più tanti cataloghi con gli stessi libri? Sarebbe un'economia da parte del commercio ed un grande vantaggio pei compratori. Ma possono questi dare affidamento che i cataloghi verranno riscontrati ad ogni occasione?!!


     In quest'ultimo tempo ho riunito una collezione di libri ed opuscoli su Napoli e l'antico Reame delle due Sicilie e nell'approntare il catalogo speciale, ho riscontrato molte volte quelli pubblicati dal Dura e dal Prass. Ebbene non debbo riconoscere che moltissimi opuscoli che non ho trovato notato in alcuna bibliografia sono invece in uno di quelli?

     Quanti privati studiosi possono dire di tenere conservati quei cataloghi? 


    Debbo quindi insistere, e per la mia esperienza personale di libraio, e per gli studii da me stesso seguiti, che il Catalogo librario, sia pure il più misero, può assurgere ad un'importanza enorme in un momento in cui si può dare valore (dico valore scientifico) ad un opuscolo descritto forse male e segnato anche Una lira soltanto!


    Che le biblioteche li conservino e che gli studiosi li riscontrino ad ogni inizio di studio, perché certamente vi troveranno materia utile, non solo, ma renderanno più corrente il commercio, con grande vantaggio personale. 

    Il màcero in questi ultimi anni ha assorbito quel poco di patrimonio librario rimasto da parte ancora pel commercio. Se non si riuniscono gli studiosi a trovare il massimo rendimento bibliografico dalla produzione rimasta, ed a lasciarne almeno la memoria ai posteri verrà un giorno in cui gli studi saranno difficilissimi e il commercio impossibile.


Luigi Lubrano

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