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IL BLOG PERSONALE DI PAOLO LUBRANO
LE BANCHE DATI ONLINE: COSA SONO?
Bibliografica o full text: quale scegliere?
Un dilemma di non facile risoluzione
Quali segreti si nascondono...?
Le statiche d'uso: supporto o inganno?
...manipolare le statistche d'uso? Certo che si può!
...ma potranno anche indurvi in inganno....! farvi credere in un impensabile successo di risultati...!
come?
Ma con le statistiche d'uso!
Tutti gli aggregatori, anche quelli dei package degli e-Journals e non solo quelli delle Banche Dati online, consentono di ricevere le statistiche d'uso.
In alcuni casi vengono inviate direttamente, in altri si possono ricavare anche da soli accedendo alla opzione "admin" della piattaforma utilizzata.
Le statistiche d'uso sono lo strumento che il venditore di turno "spolvera" in due precisi momenti: quando si deve transitare dal trial all'ordine, e quando si deve procedere al rinnovo del prodotto per l'annualità successiva.
A fine trial...
Contestualmente alla presentazione del preventivo, si allega un energico plico che contiene l'estrapolazione delle statistiche d'uso che nella generalità dei casi sono sempre "generosamente interessanti".
Anche quando il bibliotecario o chi per esso, non ha dato a nessuno notizia del trial in corso.
Nessuno sapeva? Figuriamoci allora quando tutti sapranno!
Quando il venditore accede alle statistiche del potenziale acquirente, e scopre che al di là degli accessi effettuati nel corso della presentazione non c'è quasi altro dato, la tentazione di manipolare il file - generalmente un file Excel - è così tanto forte che non si potrebbe non desistere dal migliorarle molto, ma molto sensibilmente...
In ogni caso per propria sicurezza, il venditore nel corso del trial ogni tanto potrebbe presentarsi sulla banca dati in trial con le credenziali del cliente e, dall'esterno procedere a ricerche, download, e quant'altro possa risultare necessario a dimostrare un buon utilizzo del prodotto.
Questa cosa è molto utile quando si pensa che sia il potenziale acquirente a voler accedere direttamente, con le proprie password, alla opzione corrispondente.
Questi semplici ma banali accorgimenti potrebbero consentire la presentazione di valide motivazioni per una sottoscrizione o di un rinnovo.
Potrebbero permettere di stampare dei dati molto ma molto accattivanti! ...ma non solo... financo scaricarli davanti a voi!
...e voi non crederete a vostri occhi!
Nessuno potrà mai accorgersi dell'inganno e il povero bibliotecario sarà in questo modo ingannato.
Nella pagina precedente
1) Banca Dati Bibliografica o Full Text?
2) e-Journal Package
3) Le esclusive: attenzione!!!
4) Si può manipolare una esclusiva?
5) Le Banche Dati elettroniche
6) Gli aggregatori di Banche Dati
7) L'inganno di un aggregatore
Le Banche Dati Full Text.
Lasciamo alla fine la disamina di quella che è da ritenere la valutazione più impegnativa quando ci si accinge alla scelta di una Banca Dati online: la versione Full Text.
Cioè la Banca Dati Online costruita da un aggregatore, su piattaforma che generalmente è di proprietà del produttore, e che contiene riviste provenienti da più editori.
Questa Banca Dati può essere monotematica - Storica, Economica, Geografica, Medica, Artistica... etc... etc... - oppure pluridisciplinare.
Contiene cioè un numero di riviste suddivisibili per argomenti tematici, ma inseriti in un unicum indissolubile.
Peculiarità di una banca dati full text è che bisogna prendere tutto.
Sia riviste che possono interessare che altre.
E questo vale sia per i prodotti tematici che per quelli multidisciplinari.
In realtà da un punto di vista puramente tecnico non c'è molto da aggiungere a quanto già illustrato in precedenza.
Occorre soltanto capire se e quale tipologia può essere utile, se il suo costo corrisponde al reale valore scientifico-informativo che si pensa possa avere all'interno della biblioteca, e se sia effettivamente utilizzabile appieno dall'utenza alla quale si intende metterla a disposizione.
Ma sopratutto, e inseriamo questo punto alla fine perché sia messo in maggior risalto, se e in che misura il prezzo può essere giustificabile.
Occorre infatti avere in buon conto che in caso di mancato rinnovo, cosa possibile in un momento di congiuntura economica che non tende a migliorare, non resta tra le mani... o meglio tra gli scaffali virtuali della biblioteca... più nulla.
Zero assoluto!
Già.... perché alla fine di un anno di abbonamento, sia che si tratti di una banca dati bibliografica ovvero di una banca dati full text, il risultato è identico: se non si rinnova l'abbonamento, e quindi se non si paga il prezzo probabilmente sensibilmente maggiorato imposto, non si ha più nessun accesso.
PLUFH! Sparisce tutto, e i soldi spesi è come averli gettati fuori dalla finestra.
Banche Dati: valutare i costi di abbonamento annuale!
La Banca Dati bibliografica ha generalmente un costo abbastanza accessibile e probabilmente rifinanziabile; certamente come abbiamo già sottolineato quando si spendono soldi per un qualcosa che non si possederà mai è comunque sempre bene ragionarci sopra e non essere mai impulsivi.
Quella full text invece... beh, qui il costo è spesso esageratamente alto!
Sovradimensionato se pensiamo a quante riviste disponibili in opzione "Open Source" vengono racchiuse al suo interno senza che l'acquirente lo sappia.
Perché l'aggregatore si fa pagare, e amaramente!, la piattaforma sulla quale le inserisce.
A mio avviso il prezzo è quasi sempre sovradimensionato per caratteristiche, contenuti, funzionalità.
Siamo sempre al solito dilemma: mi occorre una automobile superaccessoriata, quando in famiglia ci sono persone che utilizzano l'auto solo per muoversi in città e andare una volta all'anno in vacanza?
Perché una autovettura superaccessoriata e di grossa cilindrata va anche mantenuta, e i costi sono belli altini!
Occorre tenere in buon conto che senza assicurazione, manutenzione, carburante, tassa di possesso, cambio ruote all'occorrenza, etc... etc.... spese cioè che periodicamente si devono affrontare.... l'automobile superaccessoriata e di grossa cilindrata resterebbe ferma in garage; tanto vale mirare più in basso.
Occorre ragionare, meditare e poi magari soprassedere al dar sfogo all'entusiasmo iniziale trovando soluzioni migliori, più economiche e altrettanto funzionali.
Banca Dati full text: quali riviste ci sono.
Una banca dati di riviste full text, mette a disposizione del pubblico una serie di riviste che sono autonomamente disponibili o già in formato online, oppure in formato solo cartaceo.
Dunque a prima vista sembra una buona cosa!
Ottima! anzi...
Sopratutto quando si viene a sapere che l'annualità disponibile non è solo quella corrente!
Magari delle quali non si è mai stati in possesso o che presentano fascicoli smarriti, persi, mai pervenuti.... ahi! ahi!... l'agenzia commissionaria di turno all'epoca...!
Riviste che sono probabilmente finite nel dimenticatoio ma che grazie al meccanismo di ricerca della piattaforma nell quale sono inserite, possono ancora mettere a disposizione i loro contenuti per quanto obsoleti e non necessariamente appetibili.
Molto, ma molto spesso, la presenza di annate pregresse serve solo a stuzzicare un languirono che ingrassa per dodici mesi un posseduto che non verrà mai utilizzato....
Diciamoci la verità: si tratta quasi sempre di materiale inutile perché troppo datato.
Sopratutto nel caso di riviste di carattere medico-scientifico.
Non per nulla ci sono editori, e qui sembriamo scantonare un pochettino ma è necessario sottolinearlo a questo proposito perché è come se si trattasse di una banca dati full text prodotta e fornita da uno specifico editore e non da un aggregatore, che cercano di "fare cassa" paventando l'opportunità di proporre un "buon affare" con l'acquisto di archivi delle loro riviste raggruppati in pacchetti a "numero e titolo fisso".
Trattandosi di una proposta di editore c'è di buono che questo è un acquisto del tipo "una volta e per sempre".
Solo che ci sarebbe da capire bene di chi sia il "buon affare".
In alcuni casi, dobbiamo ammetterlo, in una banca dati Full Text si trovano titoli che per un verso o per un altro sono di effettivo interesse.
Ma come abbiamo già specificato, questo tipo di prodotto è già preconfezionato.
Non si possono scegliere i soli titoli che si vorrebbero. Bisogna prendere tutto.
Perché un database full text costa così caro?
Attenzione a quel che si paga, perché il numero complessivo di riviste che compone il "pacchetto" è arricchito sopratutto da titoli che sono del tipo "Open Source"!
Dunque un minimo di inganno anche qui lo si trova: si vanno a pagare cose che per certi versi sono già gratuitamente disponibili.
Basta solo accedere alla piattaforma che le raggruppa. E a dire il vero queste sono ormai molteplici.
O peggio ancora: si paga per riviste che presentano un embargo addirittura anche di 24 mesi!
Questo significa che se interessa avere quel titolo aggiornato all'ultimo numero pubblicato, occorre comunque sottoscrivere un abbonamento singolo.
Ed avere complete le ultime due annate.
E se la rivista è disponibile solo in formato cartaceo, avere una parte di fascicoli risalenti a due anni fa disponibili online serve a molto poco.
Tanto vale per quell'articolo andare in biblioteca e fare una fotocopia.
Si potrà poi sempre trasferirlo in PDF financo con un semplice smartphone!
E si pagano annate di riviste obsolete cessate anche dieci anni prima, o che cambiando editore sono state eliminate dalla banca dati qualche anno addietro e delle quali viene mantenuta la presenza ancorché senza apparente motivo scientifico..
Se ne mantengono i titoli per far numero e dimostrare che la piattaforma è "bella ricca".
Sì, perché una altra peculiarità è che non sempre i titoli presenti al momento della sottoscrizione resteranno nel database per tutta la durata dell'abbonamento alla banca dati, e nemmeno si ha la certezza, dopo aver rinnovato, che vi rimangano anche per l'anno successivo.
L'elenco definitivo in genere viene fornito dopo aver rinnovato.
Fanno la stessa cosa anche alcuni editori che propongono propri e-Jpurnal Package tematici.
Gli editori hanno mille opportunità per decidere di far eliminare all'aggregatore le proprie riviste.
Nessuna ragione potrebbe essere oppugnabile.
Certamente avere a disposizione un articolo di una rivista disponibile in formato PDF sul proprio PC o tablet è un bel vantaggio, ma quanti articoli verranno effettivamente letti o scaricati?
Quante volte un professore o chi ne fa le veci, procederà a effettuare una ricerca ad ampio spettro su un prodotto del genere?
Non pensiamo agli studenti: gli studenti non si sognano neanche lontanamente di effettuare una ricerca su una banca dati.
Avrebbero bisogno di essere formati, di avere capacità linguistiche di non poco conto, di avere intenzione di dedicare tempo e fatica allo studio e alla ricerca.
L'inglese studiato a scuola, non è lo stesso che si trova nelle pubblicazioni.
Anche la terminologia ha significati diversi, e un qualsiasi traduttore elettronico spesso non è d'aiuto, anzi!
La metodologia di studio oggi è cambiata: prima si finisce e più avvantaggiati ci si trova.
Non serve perdere tempo alla ricerca di voti alti. Chi è bravo, lo è già di suo.
Tutti gli altri non sanno neanche quasi dove si trovi una biblioteca.
Pagare 10Mila o 20Mila euro per una banca dati sulla quale solo una minima parte di utenti effettuerà una ricerca, ne rileverà in misura diversificata i contenuti, e di questi poi ne preleverà un minimo essenziale, varrà la spesa, tenendo in buon conto che allo scadere del trentunesimo giorno del dodicesimo mese è come se non avesse mai avuto nulla?
Converrà sicuramente meditare molto, ma davvero tanto! prima di procedere a un passo del genere.
Personalmente è una scelta che non consiglio sia per le ragioni elencate quanto piuttosto per una ulteriore serie di motivi.
Generalmente ogni professore ha una propria rivista, o un proprio gruppo di riviste di riferimento.
Difficilmente si farà convincere ad andarvi oltre, difficilmente ne consulterà altre.
Ciascuno di essi non accetterà mai l'idea che la "sua" rivista sia inserita in un prodotto aleatorio come il contenuto di una banca dati.
Attenti poi, in questo caso, al file Excel che potreste trovarvi a ricevere dove vi verranno elencati tutti i titoli delle riviste presenti nel database, con riportato, per ciascuno di essi varie voci.
Provate a farne una attenta analisi.
Indossate le vesti di un "coroner" di CSI e fatene una vera e propria autopsia.
Scoprirete cose che non avreste mai immaginato.
Suddividete poi il costo per ciò che potrebbe essere effettivamente utilizzato e verificate: si tratta di una vera e propria opportunità, o ci si è fatti ingannare dalla vernice metallizzata, dai sedili in pelle, dalla televisione inclusa nell'autoradio, dai comandi al volante etc... etc... comprate e poi tenete chiusa in garage fino a quando dopo aver pagato 12 rate mensili costosissime, al momento del rinnovo del leasing o della restituzione decidete di restituirla senza averla mai guidata?
Meditate gente, meditate!