"Luigi, Aldo e Paolo Lubrano" - Dal 1899 con i libri, tra i libri e per i libri! 

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Tutte le immagini e i testi presenti nel sito riguardanti cataloghi e parte di essi, od opere prodotte e/o pubbicate da Luigi Lubrano, Aldo Lubrano, Lubrano e Ferrara

sono di proprietà di Paolo Lubrano unico erede in discendenza diretta dell'autore/editore.

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Il Catalogo N.70:

“Libri rari appartenuti al Marchese Vincenzo Mazara di Sulmona”

 

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Il Catalogo “N.70 – Bimestre Febbraio-Marzo 1910” è la pubblicazione monografica di Luigi Lubrano che nelle N.109 pagine che lo compongono elenca in ordine alfabetico, e come da sua abitudine minuziosamente descritti, ben N.835

LIBRI RARI

Appartenuti al

Marchese Vincenzo Mazara

di Sulmona

 

Classici del diritto romano

Opere teologiche

VARIA.

Più in avanti, in altra pagina, riporterò una ampia carrellata delle pagine con elencati un buon numero dei volumi proposti in vendita.

La scelta da me fatta è puramente casuale tendendo a evidenziare in particolare quei volumi, con il relativo riferimento e descrizione di ciò che contengono, dei quali vengono poi inserite le immagini nel catalogo.

 

Dopo aver cercato senza successo su internet informazioni a riguardo del Marchese Vincenzo Mazara (ma il suo cognome dovrebbe essere con due "zeta": Mazzara), ho pensato di chiedere aiuto rivolgendomi presso gli uffici del comune di Sulmona.

Con la davvero eccezionale e cortese collaborazione della segreteria del sindaco, e a tal motivo ringrazio la signora Camilla D’Eramo, sono stato messo in contatto con il Prof. Fabio Valerio Maiorano, Deputato di Storia Patria Negli Abruzzi, dal quale ho ricevuto le notizie biografiche che vado a inserire.

 

Lascio a lui la parola:

“Come da contatto telefonico, invio notizie sul marchese Vincenzo Mazzara, e non Mazara, quale si deduce dall'anagrafe comunale, Stato civile della Città di Sulmona.

 

Vincenzo Mazzara, 5° Marchese di Torre de' Passeri, nasce a Sulmona il 24 dicembre 1868 da Panfilo e dalla nobildonna Maria Cattaneo.

Il 19 settembre 1891 convola a nozze con la gentildonna Michelina Sardi de Letto dalla quale ha due figlie: Mariannina (1892-1970) e Maria Assunta (1901-1993).

 

Sindaco della Città di Sulmona nel biennio 1907-1909 e dal 1914 al 1919.

Muore a Roma l'11 maggio 1948.

Fotografo dilettante: le sue foto sono state esposte in più occasioni e pubblicate da più di un autore, in particolare da Giuseppe Di Tommaso che, entrato in possesso di molti scatti originali, ne ha fatto donazione all'Archivio di Stato dell'Aquila, sezione di Sulmona (viale Sant'Antonio n. 30).

L'Archivio di Stato ha allestito nella propria sede (all'epoca situata a Sulmona in via San Cosimo, palazzo Caldirari-Mastropietro) una mostra dal titolo "La memoria e l'immagine. Vincenzo Mazzara, marchese e fotografo" (19 dicembre 1996 - 31 gennaio 1997).”

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Vincenzo III Mazzara, V Marchese di Torre dei Passeri.

​Immagine inviatami dal  

Prof. Fabio Valerio Maiorano

Deputato di Storia Patria Negli Abruzzi

Queste dunque le informazioni ricevute, ma da come scoprirò in seguito ne avrei potuto ricevere molte altre!

 

Illuminante è stato conoscere il nome del padre del Vincenzo III - V Marchese: "Panfilo" o anche "Panfilantonio" come ho scoperto poi, nonchè la doppia opzione del cognome: "Mazara" e "Mazzara".

Inserendo nella ricerca "Panfilo Mazzara" piuttosto che "Vincenzo" e indipendentemente dal considerare quante siano le "zeta" del cognome, si sono aperte diverse finestre: quelle che hanno contribuito a far sì che mi venissero i dubbi  sul chi sia stato in realtà il Vincenzo Mazara (o Mazzara) e quale la sua ascendenza, il reale proprietario dei libri elencati nel catalogo per la loro vendita.

 

Qualche considerazione:

 

           Quali sono gli studi compiuti dal "V Marchese Vincenzo Mazzara"?

          Che titolo di studio aveva acquisito il "V Marchese Vincenzo Mazzara"?

          Come mai la sua biblioteca fu messa in vendita quando aveva solo 42 anni?

          Per quale motivo i volumi che ne facevano parte risultavano essere “Classici del diritto romano” e “Opere teologiche” con una ulteriore serie di essi raccolti sotto il termine generico di “varia”?

          Si trattava forse di una vendita dovuta a “suddivisione di eredità”, come accaduto per altri personaggi importanti o di nobile lignaggio?

          Il definirlo “fotografo dilettante” sembra non caratterizzare questa come la sua professione abituale; quale è stata dunque l’attività che ha svolto il Marchese Vincenzo Mazzara al di là degli anni, non molti in verità, in cui è stato sindaco?

          Forse viveva di rendita? Meglio sarebbe dire "possidente".

          L’eleggerlo sindaco della città di Sulmona è stato un atto dovuto al suo casato o per suoi impegni politici? Come per alcuni dei suoi acsendenti ha avuto anche una qualche ulteriore carica pubblica?    

         Il suo casato è terminato con la sua morte: probabilmente il motivo è il non aver avuto figli maschi che ne ereditassero il titolo?

Sono solo all'inizio di quelli che sono i dubbi sorti più che sulla figura di Vincenzo Mazzara, quinto marchese di Torre de’ Passeri del quale si presume il catalogo N.70 di Luigi Lubrano elenca i volumi della biblioteca messi in vendita, sulla "famiglia" diversamente strutturata e composta. In realtà più che tra dubbi ora viaggio nella curiosità.

 

Non capisco il motivo per il quale nella titolazione del Catalogo N.70 il cognome viene riportato con una sola "zeta" laddove all’anagrafe del comune di Sulmona quello corretto è per l'appunto "Mazzara".

 

Un errore di Luigi Lubrano nel riportare il nome? Un errore di chi ha fornito le informazioni? Oppure potrebbe essere che si tratti di un altro "Marchese" Vincenzo Mazara, con una sola "zeta"?

In un qualche modo è lo stesso professore Fabio Maiorano a spiegare la storia della lettera "zeta" mancante o aggiuntiva quando al direttore de "Il Vaschione", in data 30 dicembre del 2014 in risposta a un articolo in cui il cognome viene riportato come "Mazara", scrive:

"Come puoi constatare, ho scritto Mazzara con due zeta perché storicamente gli esponenti di questa famiglia hanno nel loro cognome due zeta, ad eccezione di Domenico (1874-1927), dei figli Panfilo jr (1899-1969), Guido (1901-1976), Emma (1904-1938) e pochi altri, registrati all’anagrafe civica con una sola zeta.

Il professor Maiorano, autore di un volume sull’araldica sulmonese colloca a poco più della metà del XIX secolo la “scissione” dei cognomi.

          "[Il marchese Panfilo] registrò con il proprio cognome – con due zeta – il primogenito Vincenzo (1868-1948), mentre eliminò una zeta nel cognome dell’altro figlio Domenico [dal quale nacque questo ramo con una sola zeta]."

 

Il Professor Maiorano conclude: “Come si evince dai certificati di nascita (li allega al testo inviato), Panfil[antoni]o e Vincenzo Mazzara, rispettivamente padre e fratello di Domenico, hanno due zeta nel cognome mentre è ignoto il motivo per il quale il loro congiunto ne abbia una sola, constatato che nei registri dello Stato Civile del Comune di Sulmona non risulta nessuna annotazione che giustifichi e legittimi il cambio di cognome”

          Si tratta della “zeta” che manca nella titolazione del Catalogo N.70 ma che risulta invece essere presente all’anagrafe del comune di Sulmona: una perdita dovuta a errate trascrizioni compiute dall'impiegato di turno?

Un tempo non erano affatto rare.

Comunque questo non spiega perché il catalogo N.70 di Luigi Lubrano riporti "Mazara" e non "Mazzara" se il "Vincenzo" in questione è quello del quale fin qui ho scritto: la attenzione e la cura che Luigi Lubrano poneva nel predisporre i suoi cataloghi e i testi da lui prodotti fanno venire il dubbio che si tratti di una informazione così ricevuta e non di una sua svista. 

Ecco ancora quanto testualmente riportato nell'articolo de "Il Vaschione" a riguardo della successione del titolo:

'Fabio Maiorano, esaminando l’albo della nobiltà italiana, ha riscontrato cheVincenzo Mazzara, primo marchese di Torre de’ Passeri per decreto reale (1744), ha due zeta nel cognome, come testimonia inequivocabilmente il suo autografo in un paio di documenti del 1744 e 1745, subito dopo la nomina marchionale (allegati 4 e 5); e due zeta vantano anche la moglie (e cugina) Smeralda Mazzara e tutti i successivi e legittimi marchesi: Domenico (1734-1786, secondo marchese); Vincenzo II Beda (1775-1865) terzo marchese; Panfilo senior (alias Panfil[antoni]o, 1840-1885) quarto marchese; Vincenzo III (1868-1948) quinto e ultimo marchese."'

 

C'è però qualcosa che non ho capito e che crea una sovrapposizione/intersecazione di date e che spero io abbia possibilità di chiarire.

Logica sulla successione dei nomi vorrebbe che effettivamente il "nonno" del quinto marchese, a sua volta padre di Panfilo Antonio o Panfilo senior, si chiamasse "Vincenzo".

Ma sarà vero che è proprio da Domenico figlio di Pantilantonio IV Marchese che nacque il "ramo con una sola "zeta"...? E che non ci furono altri "Mazara" a fregiarsi del titolo di "Marchese di Torre dei Passeri"?

 

Sulla scheda senatoriale a lui dedicata ho rilevato che risulta esserci stato un 

"Senatore Cristoforo Mazara" (1809-1879 - ecco il "Mazara" del ramo con una sola "zeta" che sembrerebbe esistere già prima della nascita di Domenico avvenuta nel 1874) , figlio di Panfilantonio e di Smeralda Mazara (ancora una "Smeralda" come la moglie e cugina del Vincenzo primo Marchese: dunque anch'essa una parente? di che grado e a quale ramo della famiglia appartenente?), di professione possidente, coniugato con Tabassi Maria e i cui titoli nobiliari risultano essere "Marchese di Torre dei passeri - Nobile di Sulmona - Barone di Schinanforte". Fratello di Eloisa, Maddalena, Teresa. Padre di Panfilo, che era padre di Vincenzo e di Domenico Gentile Maria, che era padre di Francesco e Maria. (la sottolineatura è stata inserita da me per mettere in evidenza la situazione abbastanza curiosa di questa presuntiva clonazione di nomi in perfetta sincronia di discendenza)

Parente di MAZARA Panfilantonio (il cognome è riportato sempre con una sola "zeta"), cugino (del padre), che era padre di Smeralda, madre del senatore". Qui terminano le informazioni presenti sulla scheda senatoriale citata.

 

Confesso che a questo punto ho le idee molto confuse e non mi riesce di ricostruire la discendenza corretta dei singoli rami di appartenenza così come la corretta successione del titolo. 

 

Se Panfilo dunque è il quarto marchese e Vincenzo, suo figlio e fratello di Domenico, il quinto e ultimo, il padre di Panfilo, terzo marchese, perché risulta essere Vincenzo II Beda figlio di Domenico e non Cristoforo figlio di Panfilo? Che rapporto di parentela esisteva tra di loro, cioè tra il Panfilo figlio di Vincenzo II e Cristoforo figlio di Panfilo? E tra i due "Panfilo"?

Quale il motivo di Cristoforo per vantare tra i suoi titoli nobiliari quello di Marchese di Torre dei Passeri?

 

Se è corretta la successione indicata dal professor Maiorano, il senatore Cristoforo Mazara da dove sbuca fuori e che ruolo ha nella discendenza? appartiene forse al ramo secondogenito del quale il professor Maiorano non ha trattato?

Se fosse così come mai si attribuisce il titolo di "Marchese di Torre dei Passeri"? e se realmente anch'egli ha diritto di fregiarsi del titolo, perché non fa riportare nella scheda il grado di successione?

Perché a quello di "Marchese di Torre dei Passeri" vi aggiunge anche quello di "Barone di Schinanforte" destinato al ramo secondogenito?

Invero, al di là della possibile attribuzione in replica dei nomi dei figli e dei nipoti, appare una situazione molto particolare quella di due padri di nome Panfilo a loro volta padri di due fratelli di nome Vincenzo e Domenico.

 

Mi sono impegolato in una dissertazione che mi ha procurato una gran confusione: ero partito dal voler molto semplicemente individuare quale fosse il "Marchese Vincenzo Mazara" proprietario della Biblioteca i cui libri sono elencati e descritti nel catalogo 70 del 1910 da Lugi Lubrano per essere proposti in vendita, e di lui scrivere qualche cenno biografico da accompagnare.

Ho finito con il confondermi tra il ramo primogenito e quello secondogenito di una famiglia nobiliare di Sulmona molto articolata e diversamente composta; tra una mescolanza di nomi e di date non concomitanti.

Senza dire dei cognomi delle varie famiglie nobiliari nei quali mi sono imbattuto: Mazzara, Mazara, Tabassi, De Letto... Tutte di Sulmona e che si imparentano sistematicamente tra di loro alternativamente nel corso di alcune centinaia di anni.

 

Tra il primo e il quinto marchese effettivamente c'è un terzo "Vincenzo", e dunque in considerazione delle date di cui sono in possesso il proprietario ultimo dei volumi messi in vendita sembrerebbe essere proprio il Vincenzo Quinto Marchese.

​Sempre che... sempre che il Vincenzo Mazara proprietario della Biblioteca non sia colui che è identificato come "quinto marchese" ma il "Vincenzo Mazara" nipote del senatore Cristoforo (1809-1879) e a sua volta figlio del Panfilo suo figlio, e quindi del ramo dei "Mazara" con una sola "zeta" e dunque anche lui Marchese.

​In questo caso la titolazione del catalogo sarebbe corretta.

Potrebbe trattarsi di un "ramo" cadetto dei Mazzara che ha mutato il cognome eliminandone una "zeta" ed esistente già prima che con una sola "zeta" il Panfilo Mazzara, figlio di Vincenzo Terzo marchese, registrasse il figlio Domenico, avente anch'esso il diritto di fregiarsi del titolo di "Marchese" unitamente a quello di Barone? 

 

Non conosco le date di nascita e morte del Panfilo figlio di Cristoforo e quella di nascita e morte dei nipoti tra cui Vincenzo: questa cosa mi impedisce di individuare se si tratta di due diversi genitori e di quattro diversi figli differenti.

Non conosco la discendenza del Vincenzo nipote di Cristoforo, ma potrebbe dunque essere che sia stato alla morte di questi  che gli eredi abbiano deciso di vendere il volumi della sua biblioteca.

 

So bene di aumentare la mia confusione inserendo di seguito quanto riportato nel sito “Brigantino – Il portale del sud” nella sezione “I casati del Sud” a cura di Ciro La Rosa a riguardo della famiglia Mazzara con due "zeta" e che sembrano, nella parte iniziale, corrispondere a quanto evidenziato dal professor Maiorano salvo poi non concludere a molto:

 

MAZZARA

Titoli: marchese di Torre dei Passeri, nobili di Sulmona, barone di Schinaforte, nobili dei marchesi

Dimora: Sulmona

Di antica nobiltà abruzzese, feudataria; GENTILE giustiziere degli Abruzzi nel 1332; GIOVAN BATTISTA sergente maggiore (grado di ufficiale superiore nell’Esercito spagnolo) del battaglione Basilicata nel XVII secolo; VINCENZO presidente della regia Camera della Sommaria nel 1759 (N.d.R.: rilevo da Wikipedia che lo fu probabilmente nel 1751; nel 1759 risulta che la carica sia stata ricoperta dal conte Bernardino Bolza. Occorrerebbe meglio verificare vista la fonte); dichiarata ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo del Regno di Napoli; i cugini GIUSEPPE e CARLO guardie a cavallo della “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” hanno preso parte alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese. Il ramo primogenito venne decorato del titolo di marchese di Torre dei Passeri nel 1744, riconosciuto con D. M. del 5 maggio 1901; il ramo secondogenito decorato del titolo di barone di Schinaforte con R. D. del 24 maggio 1903.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento alla fascia di nero accompagnata in punta da una pila rivolta di nero.

Saranno reali le informazioni proposte su questo sito e come mai non c'è alcun riferimento ai successori del Vincenzo primo Marchese? Da dove escono fuori questi "cugini Giuseppe e Carlo"? Forse furono "cugini tra di loro", ma figli di chi? e soprattutto di chi a loro volta furono cugini o comunque parenti?

 

Il nome di "Giuseppe Mazzara" lo individuo due volte; la prima quale marito di Angela Maria Tabassi, ma non trovo indicati né date in cui collocarlo né il grado di parentela con il Cristoforo (o Cristofaro) Mazara che a sua volta ha sposato una Tabassi: Maria Angela. La seconda volta lo ritrovo con la "M." prima del nome presumibilmente a significare "Marchese". Di questi ne annoto la fonte tra qualche riga.

 

          1 - chi è dunque il reale “Marchese Vincenzo Mazzara” del quale i volumi della biblioteca a lui appartenuta vengono descritti nel “Catalogo bimestrale N.70 del 1910 di Luigi Lubrano”   per la loro vendita?

          2 - Se il casato è stato suddiviso in due rami, quello al quale appartiene il Marchese Vincenzo Mazzara cui intendo riferirmi sembrerebbe essere il “primogenito” visto il titolo di “Marchese” da lui ereditato.

Ma se invece fosse il Vincenzo figlio di Cristoforo, ramo secondogenito il cui cognome risulterebbe essere Mazara con una sola "zeta"? 

          3 - In questo caso sarebbe dunque infine corretta l'intitolazione del catalogo?

          4 - Ma poi a che titolo risulta insignito del titolo nobiliare di Marchese?

 

La biblioteca in questione potrebbe essere originariamente appartenuta al “Primo Marchese di Torre de’ Passeri” e quindi ereditata dai suoi discendenti e da essi quasi per nulla incrementata, salvo qualcuno di loro non abbia proceduto ad acquisti di opere pubblicate in anni antecedenti alfine di arricchirla?

 

          1 - Essa conteneva volumi aventi come soggetto in particolare “classici del diritto romano” e "Opere teologiche"

          2 - Il ruolo di “Presidente della Regia camera Sommaria” (procedura abbreviata del summatim cognoscere, contemplata nel diritto romano, e chiamata nel linguaggio giuridico “postclassico” "cognitio de plano" – fonte Wikipedia) ricoperto anche se per un solo anno, e poi quella di senatore di Cristoforo imponevano certo studi di materie giuridiche.

          3 - Dopo Vincenzo nessun altro marchese Mazara o Mazzara sembra aver più ricoperto quel ruolo fino a quando poi nel 1807 la “Regia camera sommaria” fu sostituita da Giuseppe Bonaparte con la “Regia corte dei Conti”, né altri dopo Cristoforo risultano essere stati senatori od onorevoli.

Anche se... nel "Supplemento al N.14 della Gazzetta Ufficiale del Regno D'Italia" del 18 Gennaio 1878" con la "pubblicazione degli elenchi delle rapprezentanza delle Province, Municipi, Magistrature, Corpi Morali, Istituti, società, ecc. intervenute ai solenni funerali di S. M. Vittorio Emanuele II, il dì 17 Gennaio 1878" in riferimento alla "Società operaia di Solmona"  rilevo la presenza di: "M. Panfilo Mazzara, Giuseppe avv. Mazzara, barone sannita"; e ancora gli stessi due nomi sono riportati in riferimento a "Municipio di Solmona".

Il "M. Panfilo Mazzara" indicato potrebbe essere il Quarto Marchese di Torre dei Passeri padre di Vincenzo III Quinto marchese. Chi era l'avvocato Giuseppe? Forse un discendente del Giuseppe che con Carlo prese parte alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese? o magari proprio lui? Tra il 1861 e il 1878 intercorrono appena 17 anni e non conosco quanti anni questi avesse nel 1861.

Vista la longevità dei suoi parenti maschi potrebbe essere proprio lui.

          4 - In un antico volume disponibile su Google Book​ dal titolo "Notizie per l'anno bissestile 1756"   (risulta nella stessa pubblicazione di anni antecedenti e successivi) viene riportato il nome di un "Panfilo Antonio Mazzara" nato a Sulmona il 25 Febbraio 1721 nominato Vescovo di Teramo il 21 Aprile 1749 e rimasto in carica fino al 30 Agosto 1766, giorno della sua morte. 

Quale sarà stata la sua ascendenza? e i suoi collaterali chi saranno stati? quale la sua discendenza indiretta?

Quale la sua relazione con i "Panfilo  Antonio Mazzara" e "Panfilo  Antonio Mazara" prima e dopo di lui.

Saranno forse originariamente appartenute a lui le "Opere teologiche" elencate e descritte nel catalogo N.70 di Luigi Lubrano?

Ci saranno stati ulteriori religiosi tra i Mazzara in ascendenza e/o in discendenza?

​​

Dal sito "Brigantino - Il portale del Sud" non ricavo delle informazioni chiarificatrici sulla famiglia, ma solo spezzoni sconclusionati.

Si passa da Gentile Mazzara, giustiziere degli Abruzzi nel 1332 (XIV secolo) a Giovan Battista Mazzara sergente maggiore del battaglione Basilicata nel XVII secolo; a questi fa seguito Vincenzo presidente della Regia Camera della Sommaria nel 1759 (forse 1751), e siamo già nel XVIII secolo: un varco di cinque secoli durante i quali i libri descritti nel Catalogo N.70 potrebbero essere stati raccolti nella loro gran parte.

Forse Cristoforo nel corso del suo incarico di senatore della repubblica ne potrebbe aver aggiunto altri: è vissuto tra il 1809 e il 1879 e il catalogo non sembra contenere volumi editi in questo arco di tempo.

Ne potrebbe forse aver comprato di datati (non di antiquariato essendo molti di essi pubblicazioni coeve)

La loro data di edizione abbraccia un arco di tempo che va dal 1477 al 1804. Almeno nella loro quasi totalità. Qualcuno posteriore al 1804 potrebbe essermi sfuggito ma in ogni caso non si supera il XVIII secolo.

Individuo alla pagina 25 del catalogo un titolo di importanza rilevante anche perchè molto raro:

"Cornius (Petrus Phil.) Lecture in sextum Codicis. Perugia Johannes Vydenast 1477".

La settima immagine della galleria propone la minuziosa descrizione del contenuto del volume effettuata da Luigi Lubrano.

Dunque la formazione della biblioteca potrebbe essere nata con "Gentile Mazzara" per una parte e con il "Vescovo Panfilo Antonio Mazzara" per un'altra parte e poi forse terminata con "Cristoforo Mazara"? Sempre che sia stato lui a ereditarla e poi a decidere di venderla sia stato il Vincenzo Mazara suo nipote e non il Vincenzo Mazzara nipote di Vincenzo II Beda.

 

Questa vendita, come ho già evidenziato più sopra, è dunque avvenuta quando il Quinto Marchese Vincenzo Mazzara aveva appena 42 anni (anche se siamo nel 1910 si trattava di un’età giovanile tenendo in conto che alla morte aveva compiuto 80 anni) e il pensare a una probabile suddivisione ereditaria sembra essere naturale.... sempre che si tratti di lui.

Saranno stati dunque "suoi" i libri messi in vendita, o si sarà trattato di volumi appartenenti alla biblioteca di un suo omonimo consanguineo mancante di una "zeta" nel cognome? Il "Vincenzo Mazara" figlio del Panfilo a sua volta figlio del senatore Cristoforo?

Non avendo un figlio maschio in linea diretta al quale trasmetterli avrà deciso di venderli, considerando che il suo interesse era rivolto al mondo della fotografia?

 

Non avendo Luigi Lubrano precisato quale sia stato, in ordine di discendenza, il “Marchese Vincenzo Mazzara” proprietario originario dei libri proposti in vendita, viene da pensare che possano ricollegarsi al primo marchese o tutt'al più al terzo fermo considerando quest'ultimo il nonno del Vincenzo terminale del casato.

Forse dopo la morte di Panfilo il quarto marchese, suo padre, seppure quindici anni dopo la sua morte avendo realizzato di non avere eredi cui trasmetterli.

Sempre che Luigi Lubrano abbia sbagliato nello scrivere il cognome, abbia mal compreso il cognome comunicatogli, o che abbia commesso un errore di scrittura/trascrizione chi glielo ha fornito.

Sono propenso a non credere a nessuna di queste ipotesi, in verità.

 

Oppure davvero si tratta del "Marchese Vincenzo Mazara", marchese escluso dall'ordine di successione a riguardo del marchesato di "Torre dei Passeri", appartenente al ramo il cui cognome è composto da una sola "zeta", figlio sì di un Panfilo ma nipote di Cristoforo Mazara e non di "Vincenzo II Beda Mazzara"? 

Chi avrebbe iniziato la raccolta dei volumi? Come sarebbe poi finita a lui?

 

Una ultima curiosità.

Alla voce "Torre dei Passeri" in Wikipedia alla sezione "Monumenti e luoghi d'interesse" trovo testualmente  scritto:

 

"Castello Gizzi - Casa di Dante in Abruzzo. Il castello è l'antica costruzione fortificata che domina Torre de' Passeri, risalente al IX secolo, quando venne fondata la Badia di Casauria. Tracce di fortificazione e di elementi originali si hanno nell'ingresso a sesto acuto, nella zona della cantina, altra prova inconfutabile dell'antichità della struttura è il portone principale dell'abbazia di San Clemente, con gli stemmi dei feudi di sua proprietà, tra cui Torre. Il castello sorse sopra l'antica torre di guardia per volere di Mazara di Sulmona, sotto l'egida della Marchesa Smeralda, che nel 1719 dette avvio ai lavori per una nuova residenza gentilizia.​​

 

Su Wikipedia il cognome è riportato con una sola "ZETA": si tratta della Smeralda Mazara moglie di Panfilo Mazara  genitori di Cristoforo Mazara, padre di Panfilo Antonio Mazara e nonno di Vincenzo e Domenico Mazara? 

Sarà la Smeralda moglie di Vincenzo primo Marchese all'epoca dei fatti non ancora "marchesa" e la singola zeta è un errore fatto dal compilatore della notizia?  

 

Dopo questa lunga e contorta esercitazione mentale che ha prodotto queste mie annotazioni e considerazioni, anzi: un bel racconto di fantasia forse, frutto di ipotesi costruite sulla base di informazioni apparentemente incoerenti tra di loro individuate navigando su internet, e dopo aver creato una qual certa curiosità a riguardo, riconduco tutto a una migliore sintesi chiarificatrice.

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