Non è che una qualche esperienza vi ha fatto sorgere un qualche dubbio....?
Se finalmente ci si decidesse a mettere le carte in tavola e a scoprirle tutte, a buon ragione potremmo dire che l'ultima cosa che possa garantire una Biblioteca di un approvvigionamento completo e sicuro, unitamente all'apporto di un servizio corrispondente alle necessità, è una gara d'appalto per l’acquisizione di materiale librario periodico.
È vero che la pubblica amministrazione la richiede quando ci sia da procedere a una acquisizione di beni e servizi, ma se possiamo esprimere un modesto parere, proprio in questo caso la gara d'appalto può servire solo a coprire le spalle dell'ente appaltante e dei suoi responsabili, ma per il resto è un madornale errore di valutazione con conseguenze spesso disastrose per una biblioteca e per l’amministrazione dalla quale dipende, dal punto di vista oggettivo.
Le Penali: davvero la garanzia che occorre?
Penali? ...sì, certamente...
Inserirle in una contrattazione è d'obbligo, lo prevede la legge, ma a poco servono per forniture di questo tipo.... spesso proprio a nulla.
L'appaltatore risolve il suo problema di coscienza pagando, l'Ente appaltante risolve il suo problema di coscienza normativo ma.... bibliotecario, docenti, ricercatori, studenti... se ne infischiano!
Restare senza fascicolo o senza proprio la rivista, oppure acquisire un accesso a una risorsa online in ritardo o magari per nulla crea danni che non possono essere ripagati.
Quando si indice una gara per l'approvvigionamento di pubblicazioni periodiche, di fatto si tratta di beni aleatori, che non esistono.
Capita anche che la gara viene indetta con tale ritardo che di questi ne è stata pubblicata una sola prima parte assoggettabile, per essere fornita, a situazioni diversificate da editore a editore.
Spesso accade che quella parte già pubblicata non esiste più per svariati motivi.
Il principale? Fascicoli esauriti!
Ora quale è il più grande errore che le Agenzie Commissionarie commettono in occasione di una partecipazione a una gara per fornitura di pubblicazioni periodiche?
Quella di accettare tutte le condizioni imposte.
Non ultima quella di mantenere costi e tipologia di fornitura per un periodo di 180 giorni, e di assicurare la fornitura - di abbonamenti a pubblicazioni periodiche! oh cielo! - in qualsiasi momento dell'anno venga effettuato l'ordine.
E questo ben sapendo che gli editori impongono rigide tempistiche entro le quali fare invio degli ordininativi, come a esempio entro quale sia il periodo - dell'anno precedente a quello di abbonamento, si badi bene! - alfine di ottenere una copertura temporale che corrisponda alla annualità Gennaio/Dicembre.
Il problema è che sopratutto le biblioteca universitarie ricevono la loro disponibilità economica ad anno solare iniziato.
Soldi che arrivano in ritardo?
Male! Malissimo!
Ma ancora maggiormente "Male" è accettare condizioni che nessuna titolare di azienda commerciale che abbia un po' di cervello in testa accetterebbe.
Molti sono coloro che possono testimoniare di aver sempre detto che se fossi stato io il titolare dell'azienda, non mi sarei mai sognato di accettare una fornitura a condizioni improbabili.
Si lavora per ottenere un ricavo, non per mostrare cifre esageratamente fasulle!
La Agenzia Commissionaria non è una specie di "Mago Merlino".
Anzi: "Maga Magò". Agenzia... è un termine di carattere femminile...
Non potrà mai fornire quello che non esiste più, o che l'editore non intende inviare.
Quello che si paga a una Agenzia Commissionaria, è il corrispettivo per una intermediazione unitamente al costo dei servizi che vengono richiesti da effettuarsi.
Se non si andrà mai a porre il problema e tutti continueranno a mettere "pezze a colore", si finirà sempre nell'incorrere negli stessi rischi.
Forniture mal fatte, servizi incloncludenti e imperfetti, imprecisi, sommari.
Accessi agli online mal gestiti e spesso di breve durata.
Quando i fascicoli non arrivano, che succede?
Riviste mancanti, fascicoli non più recuperabili, alle volte ottenibili solo a fronte di un ulteriore pagamento a sé stante.
E il contrattare un servizio che preveda la consegna tramite agenzia che assicura il controllo e la verifica dei fascicoli pervenuti/mancanti con conseguente sollecito, non dà alcuna certezza di aver risolto il problema.
Accade di vedersi consegnare un messaggio che dica che l'Editore non intende rispedire se non a fronte di un nuovo pagamento.
Chi paga?
Non certo la agenzia commissionaria!
Questa si impegna a ottenere il recupero dei mancanti, ma sempre che siano inviati gratuitamente.
Se l'Editore pretende di essere pagato, non c'è contratto che tenga.
I bibliotecari e i presidenti dei comitati biblioteca non possono risolvere il problema?
Allora dovrebbero intervenire le Agenzie commissionarie, quando volessero dare veramente credito al loro lavoro, rifiutando qualsiasi tipo di richiesta.
Ma questo non avverrà mai perché nella generalità dei casi Agenzie Commissionarie sono imprecise, commettono errori di costi, di prezzi, inviano gli ordini a destinatari errati, sbagliano l'importo, non effettuano un servizio di controllo degli arrivi funzionale, non provvedono a inviare i solleciti secondo tempi e modi previsti....
Hanno spesso e volentieri personale indolente che non ha alcun rispetto se non addirittura conoscenza, dei termini contrattualizzati a seguito di una gara.
Insomma: un ordine ritardato da parte di una amministrazione è una ottima scusa per mascherare la propria inefficienza e incapacità.
Per coprire la superficialità con la quale i propri dipendenti lavorano e intervengono quando necessario, nulla c'è di preferibile che addossare le responsabilità al committente!
Il motivo è che ormai le Agenzie Commissionarie sono gestite da persone che non hanno alcuna capacità commerciale per la tipologia di mestiere per il quale si presentano, non hanno alcuna conoscenza di come si opera all'interno del mercato in cui cercano di barcamenarsi mostrandosi maestri in una attività che non conoscono.
Spesso non sanno neanche di che cosa parlano, non hanno capacità organizzativa e gestionale. Sono bravi solo a farsi belli di un potere che di fatto nemmeno posseggono.
Alcuni sono degli improvvisatori... una tipologia di avventurieri che pensano di aver trovato la gallina dalle uova d'oro.
Il grande affare, il business risolutore.
Altri sono dei sempliciotti che non hanno alcuna capacità gestionale.
Davvero personaggi strani.
Quelli bravi, quelli davvero in gamba, che sono stati formati e diventando a loro volta formatori, non ci sono più.
Sono stati sopraffatti dagli avventurieri che hanno distrutto una immagine storica: quella della "Agenzia Libraria Commissionaria".